L’amore ed il sesso nell’era di Internet
Come la rete ha modificato persino il nostro modo di fare sesso?
Dipendenza sessuale, dipendenza affettiva, dipendenza da pornografia
Vorrei iniziare facendo insieme a voi questa riflessione: perché oggi, nella nostra società, nella coppia stabile il sesso sta diventando così difficile da praticare? Perché una attività così appagante e gradevole viene messa in atto relativamente poco, sempre meno? Perché si incontrano nella vita di tutti giorni tante difficoltà alla piena soddisfazione sessuale? Come la rete ha modificato persino il nostro modo di fare sesso? E perchè la Dipendenza sessuale, dipendenza affettiva, dipendenza da pornografia sono in perpetuo aumento? Donne e uomini in coppia riescono a stare bene, forse sempre meno bene, alcune volte stanno male, si tollerano, litigano, e sempre meno chiariscono e fanno la pace davvero, dopo aver realmente spiegato e compreso la posizione l’uno dell’altro. Chi è consapevole di questo inizia una psicoterapia di coppia, ma purtroppo chi lo fa rappresenta una esigua minoranza. Nell’ambito sentimentale e di coppia oggi il caos regna sovrano: i ragazzi, ma anche gli adulti, sono in confusione e sempre più spesso si ritrovano soli e insoddisfatti. Matrimoni che saltano dopo vent’anni, donne fantastiche che restano sole alla soglia dei quaranta, ovvero quando l’orologio biologico inizia implacabile a contare gli ultimi rintocchi, solitudini esasperate, cinquant’anni maschi che continuano a vivere con i genitori spaventati dal legame, coppie che si lasciano tramite SMS, giovani che fanno sesso estremo dopo essersi appena conosciuti per poi magari non si vedersi neanche più, uomini cinquantenni che si impegnano con ragazze ventenni. Come mai l’importanza del sesso è diminuita e le coppie ufficiali non esistono quasi più? Questo da un lato, e dall’altro perchè la dipendenza sessuale, affettiva e da pornografia sono sempre più diffuse?
“Fai come ti senti, perchè io farò così”, rispondono gli uomini alle donne di fronte ad una richiesta di una relazione stabile, evitando la responsabilità per la coppia, per il desiderio, per la relazione, per il futuro, e a volte neanche per il presente. Tutto quello che era sacro nell’amore oggi è stata impietosamente dissacrato. Oggi è sempre più difficile investire sulla relazione. Le coppie si fanno e si sfanno con imbarazzante facilità, in base alle premesse che ciascuno coltiva rispetto ai rapporti: ora non ho voglia di impegnarmi mi fa paura, non ho la testa, non voglio impegni perché voglio tenermi aperte altre strade, tu puoi avere la libertà di frequentare qualcun altro eccetera, o strane diciture tipo usciamo ma non stiamo insieme, ci si frequenta… salvo poi sistematicamente fare sesso insieme. Ai miei tempi le alternative fra uomo e donne erano due: o siamo amici o si stiamo insieme. Non esistevano tutte queste vie di mezzo ibride che ci sono oggi e che i tempi moderni della moderna tecnologia hanno consentito, non esistevano le cosiddette tromba-amicizie per dirlo in francese. Ora la sessualità in coppia è completamente cambiata: c’è la fase dell’innamoramento, in cui la passione divampa, e i partner se la godono senza riflettere troppo. Ma dopo purtroppo sempre più spesso tendono a separarsi, senza conoscersi davvero, perché sostanzialmente in quest’epoca di superficialità nessuno conosce neanche se stesso, il contatto con le proprie emozioni spaventa perché apre al vuoto ed allo sconosciuto. Povero è il pensiero sul legame, scarna è scarsa la riflessione di sè stessi. Finché il sesso va e funziona si ha la sensazione che ci sia interconnessione e l’illusione che esista la coppia. Ma ahimè: l’investimento personale è minimo, scarsissima la progettualità, c’è la pressochè totale incapacità di tollerare il confronto e le avversità insieme, sostanzialmente perché l’insieme non esiste e tutto viene gestito separatamente. In questo contesto è facile immaginare che spesso la coppia si sgretoli quando la passione scema. Oggi è semplicissimo organizzare un incontro: basta un clic. Si è andati ben oltre la tradizionale attesa di una telefonata o l’ansia da primo appuntamento e della prima volta. Sono aumentate le possibilità di incontro da un lato, ma dall’altro questo non avviene più con modalità di interazione considerate “normali”. E con la stessa velocità con cui ci si incontra e si chatta si arriva anche al lasciarsi. Un comportamento definito come “ghosting”, lo svanire appunto dalla vita del partner ignorando le chiamate, i messaggi di testo e i messaggi dei social media. La fine della storia dunque non si basa sul dialogo ma sull’interruzione dei contatti digitali. Non serve nemmeno dire il classico “vado a comprare le sigarette”. Possiamo riscontrare una sorta di disegno sempre uguale a se stesso: all’inizio di una storia ci si fa prendere dall’entusiasmo, perché ci sono emozioni forti che fanno circolare adrenalina, e aiutano a sganciarsi dalla routine, funzionano come una droga reale. Poi all’improvviso, quando arriva il momento della quotidianità, della reale conoscenza, del dialogo e del confronto, quando arriva il momento della condivisione, di affrontare le avversità insieme, dell’intimità e della vicinanza, quando si è costretti a rientrare nell’ordinario, allora ci si spaventa e si manda tutto a monte (Se vuoi avere consigli sulla vita di coppia ti consiglio l’articolo: 10 CONSIGLI PER UNA COPPIA FELICE).
Tuttavia si riscontra un disequilibrio ancora forte in base al genere: le donne sono sempre più autonome ed indipendenti, spesso hanno posizioni di dominio professionale e possono avere stipendi anche più alti degli uomini, i quali sono sempre più in crisi d’identità ed in crisi esistenziale, e non hanno ancora trovato la loro dimensione di fronte a queste donne sempre più forti ed indipendenti. Le donne tra i 30 e 40 continuano a sentire l’esigenza di mettere su famiglia e fare un figlio, anche perché il corpo della donna invecchia prima ed anche dal punto di vista della procreazione la donna ha i minuti contati dopo una certa età. L’uomo invece fugge implacabilmente.
Quali sono, oggi più che mai, le cause di questo fenomeno? La dipendenza sessuale, affettiva e da pornografia sono in costante aumento, e non possiamo non chiamare in causa i Social Network. Gli altri non esistono più in carne ed ossa ma soltanto dietro ad uno schermo, ma gli schermi schermano, per cui siamo tutti più isolati e collegati soltanto tramite computer, smartphone, o tablet, tutti uniti ma separati. I contatti umani reali rassicuranti sono sempre meno, le condivisioni reali, non quelle virtuali, scarseggiano sempre di più, e la solitudine aumenta. Per conoscere una persona basta un click, ma ahimè: a volte basta anche liberarsene. Tuttavia le persone vogliono ancora essere cercate in carne ed ossa per sentirsi amata e rassicurate. Purtroppo oggi le persone raramente pensano che la socialità, la relazione, sia un impegno reale che richiede un investimento affettivo in un dare ed avere reciproco. Quand’ero piccola io si tendeva a rammendare vestiti, a rigirare i colli delle camice dei papà, a portare le scarpe dal calzolaio a riparare; oggi invece quello che si è rotto si butta via e lo si ricompra. Questo sembra essere fatto che con le persone: se non vanno bene si buttano e se ne conoscono altre, tanto dietro lo schermo c’è sempre qualcuno che risponde.
Purtroppo, Internet ha cambiato anche il nostro modo di fare sesso: sempre più spesso in terapia mi capitano ragazzi giovani che non fanno sesso al di là dello schermo, oppure usufruiscono della pornografia online per masturbarsi. Purtroppo l’attività mediata dallo schermo ha sostituito anche la normale sessualità, soprattutto negli adolescenti, che sempre di più oggi apprendono dei media come comportarsi in un contesto intimo e sessuale: le giovani adolescenti hanno appreso online come sembrare sensuali, ma non sanno cosa sia provare il desiderio né tantomeno lasciarsi coinvolgersi e coinvolgere l’altro. Recitano meccanicamente il copione delle donne avvenenti ma non hanno assolutamente contatto con le loro emozioni: apprendono un modo sessualizzato di comportarsi che non necessariamente corrisponde al loro sentire. Dall’altro lato, i ragazzi iniziano be presto a masturbarsi usufrunedo idi materiale porno online, oggi facilemente reperibile, e si aspettano che le donne si comportino come le protagoniste dei loro video. Purtroppo in questo contesto spesso i maschi perdono interesse al sesso reale e preferiscono masturbarsi da soli davanti al video, senza inutili complicazioni. Mentre le ragazze sempre più spesso si ritrovano a praticare rapporti orali ai ragazzi senza ottenere piacere in cambio ed in modo del tutto robotico e meccanico; dopo di ciò spesso i maschi voltano le spalle e se ne vanno. Ecco che la dipendenza sessuale, affettiva e da pornografia oggi sono molto diffuse nei ragazzi adolescenti.
Ma i rapporti normali sono reali, non virtuali. E più ci sforziamo di mantenerli reali e meno virtuali più si avvicineranno alla cosiddetta normalità. Oggi ovviamente è difficile non ricorrere alla rete, anche perchè spesso è di reale aiuto e offre interessanti spunti di confronto. Tuttavia, non siamo essere umani, e funzioniamo bene se restiamo umanizzati, non siamo stati creati da un robot per essere robot. Noi siamo fatti di emozioni, viviamo di emozioni, vibriamo di emozioni. Se davvero vogliamo evitare problemi più o meno seri alla nostra vita relazionale e sessuale cerchiamo di darci delle regole nell’utilizzo del telefono e del pc e di non deferirle mai. Limitiamone l’uso a lavoro o fare ricerche utili, ma per conoscere persone ed avere a che fare con le persone usiamo le persone, che è sempre meglio. Manfred Spitzer, nel suo libro “Demenza digitale”, sottolinea che se ci limitiamo a chattare, twittare, postare, navigare su Google… finiamo per parcheggiare il nostro cervello, ormai incapace di riflettere e concentrarsi. Per non parlare dei social, che regalano surrogati tossici di amicizie vere, indebolendo la capacità di socializzare nella realtà e favorendo l’insorgere di forme depressive ed altri disagi psichici. Ricordiamo sempre che, laddove utilizziamo una qualsiasi macchina per svolgere un’attività che dovremo svolgere noi stessi, gradualmente perdiamo la capacità necessaria: se usiamo la calcolatrice diventiamo incapaci di fare conti a mente, ricorrendo al navigatore gradualmente perderemo la nostra naturale bussola, se scriviamo al pc saremo sempre più incapaci di farlo a mano. Ciò vale anche per la nostra capacità di socializzare, relazionarci agli altri, ed anche di avere rapporti sessuali.
E nei casi in cui non si riesca a limitarne l’utilizzo poiché ci si trova nel bel pieno di una dipendenza è sempre possibile rivolgersi ad uno psicologo professionista. Io come metodo di intervento privilegiato utilizzo l’ipnosi, che lavora molto bene sulle dipendenze e permette di liberarsene in modo efficace ed anche in tempi rapidi. Tramite l’ipnosi è possibile imparare a gestire sia l’ansia che deriva dall’astinenza, che lavorare in profondità alla base del problema, il tutto in tempi rapidi, ma al contempo in modo efficace e duraturo (vedi anche Scopri come combattere l’ansia!).
Non esitare a chiamarmi!!!!
Un abbraccio dalla vostra dott.ssa Simona Colombi.